Sanremo 2015, la prima serata

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Sanremo è iniziato. Senza colpi di scena clamorosi e senza disastrosi momenti flop. Un Festival garbato e senza sbavature, tradizionale e impostato, a metà strada tra i fasti di Baudo e il poco eclettico andamento di una puntata de “I migliori anni”, in cui s’incontrano, senza scontrarsi, il vecchio e il nuovo, il giovane talent(o) e la vecchia gloria, tra un Tiziano Ferro emozionato e grato al suo pubblico e un Siani inopportuno.

Carlo Conti rende Sanremo meno “spettacolare” perché l’impostazione che dà al Festival è quella delle sue trasmissioni: regna l’ordine, la precisione, la professionalità. Lui è disinvolto e a suo agio. Non s’inceppa, procede spedito, mantiene salde le redini della trasmissione. Tanto che ad un certo punto anche il Festival sembra un evento ordinario. VOTO: 6 ½

Arisa sembra vincere l’emozione e si mostra ironica, autoironica e spigliata (a tratti), salvo poi ricordarsi il suo ruolo e ricomporsi. Deve ancora imparare a divertirsi, a giocare con questa parte inedita. Ma è sufficiente. VOTO: 6

Emma somiglia ad una signora di paese che mette il vestito nuovo per la festa patronale, si apparecchia, cerca di darsi un tono e propone il proprio sorriso migliore. Impacciato ed emozionato. Scandisce le parole e si guarda intorno a cercare consensi. Si preannunciava una catastrofe, è stata solo una sbavatura. Poteva fare meglio, ma anche molto peggio. VOTO: 5

Intenso il momento dell’esibizione canora delle due vallette, che hanno interpretato “Il carrozzone”. Spero, però, che stasera siano meno vallette e più donne. Del resto, dopo anni di soubrette mute e incapaci (e alcune, ahimè, non avevano nemmeno l’attenuante di essere straniere, la Canalis ne è la capofila), quest’anno è possibile dimostrare che due cantanti di successo sappiano gestire un palcoscenico, l’emozione di un’occasione tanto importante e la paura di non piacere a tutti. Tanto, si sa, la critica è dietro l’angolo. È Sanremo, senza polemica, non è Sanremo.

Rocìo Munoz Morales, invece, incarna esattamente quello che al Festival non serve ma che ci si ostina a propinare: la bella valletta straniera che storpia le parole. Non c’è molto da aggiungere. Solo che è la fidanzata di Raoul Bova. VOTO: 4

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Inizia la gara, cantano dieci big. Quattro vanno nel limbo, in attesa di venerdì, quando sapremo quale destino toccherà loro. E si tratta di Lara Fabian, il duo Grazia di Michele e Mauro Coruzzi, Alex Britti e Gianluca Grignani.

Ma veniamo ai miei giudizi:

CHIARA – STRAORDINARIO:
Bravo Ermal Meta per il testo, Chiara perfettamente calata nella parte (molto più di due anni fa). Intensa, espressiva, mi è piaciuta. La sua voce messa a fuoco, nonostante l’emozione. Brava, un buon inizio. VOTO: 7

GIANLUCA GRIGNANI – SOGNI INFRANTI:
Un Grignani che, secondo me, vuole mostrare a tutti i costi di essere cresciuto. Canta amore, politica, società, tutto insieme. Tutto confuso. Il solito Grignani (purtroppo o per fortuna) nel sound. Non mi sconvolge, a primo ascolto. Da risentire. VOTO: 6-

ALEX BRITTI – UN ATTIMO IMPORTANTE:
Incerto l’inizio, sottotono. Poi esplode, lui intenso e coinvolgente. Un testo da “grande”, un pezzo che ha bisogno di più ascolti per arrivare. Sufficiente, ma non d’impatto. VOTO: 6

MALIKA AYANE – ADESSO E QUI (NOSTALGICO PRESENTE):
Quando la raffinata penna di Pacifico incontra l’eleganza della voce e della personalità di Malika, nasce un pezzo così. Amo tutte le sfumature delle sua voce. Intensa e coinvolgente. VOTO: 7 ½

DEAR JACK – IL MONDO ESPLODE TRANNE NOI:
Un impasto di cose brutte: voce anonima, melodia sanremese che esplode sul ritornello senza particolare originalità, testo pieno di parole vuote. Hanno dalla loro parte le ragazzine, un posto sul podio è garantito. Tutto molto piatto (e inutile). VOTO: 4 ½

LARA FABIAN – VOCE:
Canzone brutta come le extansion gialle che porta. Se non avessi letto il testo (banale), non avrei capito una parola. Solo “voce”. Non a caso, bella voce fine a se stessa. Si canta se si ha qualcosa da dire, non solo se si è capaci a fare gli acuti. Inutile (la partecipazione a questo Festival, ovvio). VOTO: 4 ½

NEK – FATTI AVANTI AMORE:
Un Nek inedito, elettronico e moderno. Un testo non particolarmente originale per una melodia inaspettata e accattivante. A me piace, è facile andare a Sanremo e ripetersi per non perdere consensi. Bravo, Nek! VOTO: 7

GRAZIA DI MICHELE/ MAURO CORUZZI – IO SONO UNA FINESTRA:
Il testo di questo brano è il migliore tra tutti, per me. Mi aspettavo, ovviamente, un pezzo poco radiofonico e così è stato. Un brano elegante. Bella sintonia tra loro, si percepisce un gran bene. VOTO: 7 e premio della critica

ANNALISA – UNA FINESTRA TRA LE STELLE:
Una voce cristallina e un talento vero al servizio di un brano di Kekko. Peccato, un’occasione (quasi) sprecata, perché lei è davvero brava. Ho aggiunto “quasi” perché mi aspettavo di peggio. Un brano molto “modà” diventato suo. VOTO: 6-

NESLI – BUONA FORTUNA AMORE:
Il primo rapper che smette di fare rap quando il rap va di moda. Bravino, ci crede, si vede. Interpretazione “gentile” e sentita. Le quattordicenni sogneranno, ma meglio con lui che con i Dear Jack. VOTO: 6

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