Sanremo 2015, la seconda serata

53033

Ieri sera è andata in onda la seconda serata del Festival. Ed è stata un successo, in termini d’ascolti. Un po’ meno brillanti, invece, i brani in gara. E se Rocìo Munoz Morales ha avuto finalmente la possibilità di esprimersi (artisticamente, s’intende; perché -per il resto- aveva già espresso il suo italiano sdentato) ballando sulle note di “Lei verrà” (e così è stato ricordato Mango), Emma si dà all’autoironia, si prende in giro (anche se, a prenderla in giro, a mio avviso, sono stati il suo stilista e l’addetto al trucco e parrucco)  e più volte ci ricorda che è terrona e che è poco femminile. Perlomeno, è apparsa più sciolta e a suo agio, ma non completamente se stessa. Arisa indietreggia e non brilla, Carlo Conti, invece, si conferma un ottimo padrone di casa, senza sbavature. Tutto fila liscio. Quest’anno la comicità sembra essere il punto debole del Festival, ma -a risollevare gli umori- ci pensa Charlize Theron, con il suo fascino. A ricordare Pino Daniele, invece, ci pensa Biaggio Antonacci. Ma forse è meglio dimenticarlo. No, non parlo certamente di Pino Daniele.

arisa-in-total-black

Ma veniamo alla musica. Dieci cantanti in gara e quattro esclusi (provvisoriamente): Anna Tatangelo, Biggio e Mandelli, Moreno e Bianca Atzei.

Ecco i miei giudizi:

NINA ZILLI – SOLA:
Non sconvolge e non delude. Coerente con il suo stile, voce ben a fuoco. Brava, come sempre. Pezzo interessante, da riascoltare. VOTO: 6+

MARCO MASINI – CHE GIORNO È:
A me questo Masini positivo non dispiace. Un artista a lungo sottovalutato e vittima dell’ignoranza più becera. Intenso, come sempre, e coerente col suo stile. Un brano “sanremese”, che mostra -complici i coautori Federica Camba e Daniele Coro- un nuovo volto di Marco, che riesce a non snaturarsi. VOTO: 6.5

ANNA TATANGELO – LIBERA:
10 perché Kekko, stavolta, non ha scritto di muchache, playboy, spiagge e sudore. 8 perché non è D’Alessio l’autore. Lei ha una bella voce ed è intensa. Brano non troppo “modà”, ero prevenuto, mi aspettavo peggio. VOTO: 6+

RAF – COME UNA FAVOLA:
Un Raf sottotono, all’inizio, poi cerca di recuperare. La voce non è quella di un tempo. Ma è Raf, anche se “le api si posano sui fiori”. Classico, sanremese, il suo stile è inconfondibile. Non credo che qualcuno si aspettasse più di questo. VOTO: 6+

IL VOLO – GRANDE AMORE:
I tre giovani, stasera di pelle vestiti (Enzo Miccio, mi leggi?), hanno conquistato il mondo. E mi dispiace pensare che dall’Italia, nel 2015, ci si aspetti ancora e solo questo. Testo imbarazzante, pezzo che persino Claudio Villa si sarebbe rifiutato di cantare. Che imbarazzo. VOTO: 3

IRENE GRANDI – UN VENTO SENZA NOME:
Un’Irene decisamente cresciuta, matura, elegante. Mi piace questa veste nuova, inedita, del resto lei è sempre stata capace di mettersi in discussione. Ed è rimasta zitta quando non aveva nulla da dire. Felice del suo ritorno, felice che non si sia ripetuta per ottenere facili consensi. VOTO: 7

LORENZO FRAGOLA – SIAMO UGUALI:
Faccia carina, X Factor, Fedez: gli ingredienti ci sono tutti. Anche lui, insieme ai Dear Jack e Il Volo, andrà sul podio. Prodotto ben confezionato per affrontare il Festival: non c’è nulla di eccezionale (né testo, né voce, né melodia), ma in questo caso non serve proprio niente di tutto questo. VOTO: 5

BIGIO E MANDELLI – VITA D’INFERNO:
Io metto 10 a Roy Paci, direttore d’orchestra. Loro non hanno fatto niente più e niente meno di quello che mi aspettavo: brano ironico che denuncia le difficoltà del quotidiano. Bella la componente spettacolare della performance, ma poi resta ben poco. Un’esibizione che sa di già visto. VOTO: 6-

BIANCA ATZEI – IL SOLO AL MONDO:
Bianca Atzei, altrimenti detta “la miracolata”. Il suo talento si chiama Kekko, altrimenti detto “Ultrasuoni”, oppure Rtl. Questo pezzo è uno scarto della Amoroso che, nonostante sia quel che sia, ha avuto il buon senso di non cantare. Mi sembrava di vedere Kekko con i capelli lunghi e le gambe depilate. VOTO: 4

MORENO – OGGI TI PARLO COSÌ:
Ed ecco il temerario Moreno che, con sguardo da duro, racconta di essere “crudo, spietato e diretto”. Senza parole. Ho provato -insieme- paura, imbarazzo e angoscia. Mi vergognavo per lui, speravo finisse presto. Che strazio. VOTO: 4

Share on FacebookShare on TwitterShare on Tumblr

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.