Baglioni guadagna troppo: la polemica più inutile e ignorante di sempre

Eccola, puntuale come ogni anno, la polemica sui compensi dei conduttori del Festival di Sanremo. Polemica – va detto subito – noiosa, fuorviante, ignorante, populista e inutile. Perché? Semplice: il Festival della Canzone Italiana costa in media 12 milioni di euro, i ricavati sono il doppio della cifra spesa, dunque i 585 mila euro che percepisce Baglioni non sono “soldi nostri” (come a molti piace ripetere sui social network), ma sono – piuttosto – introiti pubblicitari.

La polemica si ripete uguale ogni anno: appena si inizia a parlare dei compensi dei conduttori del Festival, c’è sempre qualcuno pronto a rispolverare la frase più abusata e pressappochista che ci sia, vale a dire «Il suo stipendio d’oro lo paghiamo noi attraverso il canone Rai». È una bugia, non è difficile comprenderlo. Non è difficile nemmeno documentarsi prima di aprir bocca, ma – ormai è risaputo – gli italiani preferiscono indignarsi (a sproposito) e portare avanti battaglie a suon di tweet e post preconfezionati, che sbucano fuori ogni anno uguali e muoiono al primo sentore di una nuova polemica (sterile) da cavalcare.

Claudio Baglioni, Virginia Raffaele e Claudio Bisio

585 mila euro sono tanti? Sicuramente sì, ma è fondamentale saper contestualizzare: Claudio Baglioni è il conduttore e il direttore artistico dell’evento televisivo e musicale più importante d’Italia; l’azienda è nelle sue mani, dalle sue scelte, dal suo lavoro, dalle sue intuizioni dipende tutto. Inoltre Baglioni non lavora per cinque giorni soltanto, ma per almeno sei mesi (tanto è il tempo necessario per mettere in moto la grande macchina del Festival e organizzare tutto). Dietro ci sono fatica, impegno, responsabilità, perché Sanremo è un evento da cui dipendono la Rai, le case discografiche, gli sponsor. In definitiva, al lavoro di Baglioni è legata la sorte di tante, tantissime persone.

Vi prego, basta con le solite frasi populiste (“E la gente che non arriva a fine mese?“, “E gli stipendi dei medici?“, “E la povertà in Italia?“), non sono certo Baglioni, la Raffaele o Bisio a dover risolvere i vostri problemi. Loro lavorano, punto. Fanno un lavoro “diverso”, certamente, si occupano di arte (e l’arte, in Italia, purtroppo, non viene considerata un mestiere al pari degli altri) ma ci mettono impegno e fatica esattamente come tutti.

Fossi in voi, più che preoccuparmi di Baglioni, penserei al commerciante che «Ti dispiace se non ti faccio lo scontrino?». Il più piccolo e (apparentemente) innocuo dei truffatori d’Italia è più dannoso di Claudio Baglioni e dei suoi 585 mila euro guadagnati onestamente.

Fine della polemica.

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