Tutte le scuse di Salvini per evitare Fabio Fazio

Salvini ha detto: «Non vado da Fabio Fazio perché è il classico comunicsta col rolex e guadagna milioni di euro. Vorrei che la Rai tagliasse questi stipendi milionari, sono un insulto per chi lavora veramente».

Dunque, smontiamo una volta per tutte le scuse che il nostro ministro accampa, ogni volta, per evitare il faccia a faccia con Fazio.

Innanzitutto, non partecipare ad un programma perché il conduttore ha uno stipendio milionario non ha alcun senso. E qui interviene l’italiano medio, che risponde «Sì, ma Fazio viene pagato con i nostri soldi». Falso, Fazio guadagna dagli introiti pubblicitari, che evidentemente sono più alti del costo del suo stipendio. Secondo questo ragionamento, non dovremmo più guardare Milly Carlucci perché guadagna tanto, nessuno dovrebbe più prendere parte alle trasmissioni di Carlo Conti perché non è certamente povero, nessuno dovrebbe seguire la Clerici perché non mi pare pianga miseria. Ma forse il problema è un altro, ovvero che Fabio Fazio è schierato da una parte, ha una laurea, una dialettica invidiabile, una lunga gavetta, lavora onestamente e sa persino tener testa agli “avversari politici”, verso i quali mantiene sempre un atteggiamento educato, garbato e attento, non aggressivo, saccente o lascivo.

Ma parliamo di Salvini, che, esattamente come Fazio, guadagna parecchio. Solo che, a differenza del conduttore, lui non lavora, non ha mai lavorato se non all’interno di un partito, non ha una laurea, non riesce a reggere un dibattito e parla per frasi fatte e luoghi comuni.

Gli unici programmi tv a cui prende parte sono quelli di Barbara D’Urso, in cui però non c’è mai un contraddittorio, lui parla a vanvera e lei, al massimo, gli dice «Non usare paroloni che le mie signore da casa non capiscono». E la gente, anziché sentirsi offesa, abbocca, perché vuole la mediocrità, fumo negli occhi spacciato per soluzioni reali, frasi ad effetto come quelle dei link di Facebook.

In un paese normale, Che tempo che fa avrebbe un successo ancora maggiore, perché è una trasmissione che alterna contenuti e leggerezza, ma sempre con ironia, intelligenza e rispetto. Ma, del resto, la risposta è nel 22% di share della D’Urso e nelle fake news diffuse da Salvini, che trovano man forte in milioni di persone.

Non è finita qui: non trovate un po’ bizzarro il fatto che, in vista delle elezioni europee, Che tempo che fa sia stato chiuso con un anticipo di tre settimane? In un paese sano, questo fatto avrebbe un solo nome: censura. Quando non si è capaci di tenere testa al nemico, si sceglie la strada più semplice ma più codarda, quella di tappargli la bocca.

Un atteggiamento tanto vigliacco quanto pericoloso, ma ben accolto dalle masse ignoranti, che gioiscono per la chiusura del programma di uno «pagato con i nostri soldi». Ma sapete qual è il paradosso? A Fazio viene contestato lo stipendio troppo alto, ma adesso continuerà a percepirlo senza lavorare.

E siamo alle solite: puntano il dito contro chi gli pare, vi convincono che rappresenti un pericolo, voi abboccate e chiedete la testa del nemico di turno, vi danno la sua testa ma i vostri problemi rimangono intatti. Questo atteggiamento attecchisce soltanto con un tipo di persone, quelle ignoranti. E in questo paese ce ne sono tante.

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