Tutto il male della tv italiana ha un nome: Barbara D’Urso

Forse è il caso di parlare, una volta per tutte, di Barbara D’Urso, che attualmente conduce ben quattro trasmissioni: Pomeriggio 5, Domenica Live, Live – Non è la D’Urso e il Grande Fratello (nella versione NIP, che NIP – di fatto – non è).

barbara durso

Barbara D’Urso, in verità, di cose sbagliate ne fa più di una: mente sugli ascolti dei suoi programmi (sapendo bene di mentire), sfrutta il dolore della gente per qualche punto di share in più, si finge umile per avvicinare a sé un pubblico che le chiede di sentirsi rappresentato.

Share, picchi d’ascolto e altri bluff

Ma andiamo con ordine, affrontiamo innanzitutto la questione dello share e dei picchi d’ascolto che Barabra tanto millanta. Chiariamo subito una cosa: i picchi sono reali, ma ostentare cifre (vere) senza contestualizzare significa dire una mezza verità. Lo share è un valore dato dalle persone sintonizzate su un programma in un determinato intervallo di tempo sul totale delle persone che in quel momento sono davanti ad un televisore acceso. Questo, quindi, vuol dire che lo share può essere alto sebbene gli ascolti siano bassi. Questo, inoltre, significa che una trasmissione può vincere in valori assoluti (conteggiando il numero di telespettatori e facendone la media), ma perdere in termini di share.

Va da sé, dunque, che – visto che i risultati auditel sono dati dalle medie degli spettatori sintonizzati su una trasmissione – più lunga è la durata di un programma, maggiore è la possibilità di aumentare lo share. Per esempio, Live si conclude sempre dopo l’una di notte, mentre i programmi Rai terminano non oltre mezzanotte. Questo vuol dire che lo show della D’Urso ha una durata di oltre un’ora e mezza in più rispetto ai competitor. Quindi è assai probabile che il pubblico, terminate le prime serate Rai, si sposti su Canale 5: la media dello share del programma, dunque, è inevitabilmente più alta, ma è una sfida impari.

Per spiegare con un esempio pratico quanto detto, basta osservare i risultati della seconda puntata di Live e confrontarli con quelli de La porta rossa, fiction di Raidue: Barbara D’Urso ha totalizzato 2.331.000 spettatori, pari al 14% di share. La porta rossa 2, invece, 2.807.000 spettatori pari al 12.4% di share. Perché? semplice: lo show di Canale 5 è terminato all’01.06, la fiction Rai alle 23.35.

Dunque è corretto dire che la D’Urso abbia vinto in termini di share? In parte, perché è vero che i numeri parlano, ma l’eccessiva durata del programma falsa i risultati. Quale sarebbe stato lo share di Live se il programma si fosse concluso alle 23.30 come le altre trasmissioni? Decisamente più basso. Ovviamente, sui social, Barbara D’Urso ha parlato di un successo clamoroso, con picchi esorbitanti. Ma i picchi, in quanto tali, sono solo istanti in cui la curva si alza. E i picchi in tarda serata, senza reali competitor, non sono successi.

Barbara DUrso

Paladina delle donne e dai gay

Terminata la parentesi sugli ascolti, c’è da dire che Barbara D’Urso fa persino qualcosa di peggio, di ben più grave: si erge a paladina delle donne e degli omosessuali, ma è la prima a offendere la dignità di donne e omosessuali. Come? Semplice, riducendoli a essere macchiette, animali da circo, pedine delle sue trasmissioni. Barbara D’Urso si propone come soluzione di una guerra che crea lei stessa, giustiziere di una discriminazione che permette lei per prima. Lo schema si ripete sempre uguale: mette insieme persone evidentemente prive di spessore, cultura e dignità, aspetta che si azzuffino come bestie e poi si comporta da moralizzatrice e bacchetta i loro comportamenti. E la gente le crede.

Quando dice che sono anni che combatte per sconfiggere la violenza sulle donne, la gente le crede. Quando dice che sono anni che si batte per i diritti dei gay, la gente le crede. Ma le sue (lodevoli) parole muoiono di fronte ai fatti. Di esempi se ne potrebbero fare a bizzeffe, ma ne farò due su tutti.

Prendiamo il caso di Aida Nizar, concorrente della scorsa edizione del Grande Fratello. Chi è Aida? Una donna famosa per aver partecipato a più reality show. Segni particolari? Eccessiva, volgare, aggressiva, spesso fuori controllo, ma soprattutto gran provocatrice. Il comportamento della donna, sempre indisponente, ha scatenato l’ira dei suoi compagni, finché uno di loro – sbagliando, sia ben inteso – l’ha aggredita verbalmente. E cosa ha fatto la D’Urso, in tutta risposta? Ha scomodato la sua presunta lotta contro la violenza sulle donne, con il solito sproloquio «Io da anni mi batto per sconfiggere la violenza sulle donne». Ma che c’entrava esattamente la lotta contro la violenza sulle donne in una circostanza come quella? Assolutamente nulla. È servita soltanto a creare sensazionalismo, niente di più. Ha senso parlare di violenza sulle donne quando ci si trova in una situazione di imparità, quando l’uno sovrasta l’altra, quando la donna è vittima. Ma in quella circostanza, si trattava semplicemente di due concorrenti, colpevoli in egual misura, da punire con l’espulsione (in verità, da non ammettere affatto al gioco, ma forse questo è chiedere troppo).

aida nizar

Parlando a sproposito di violenza sulle donne, si finisce per sminuire un tema tanto delicato e importante. Anche perché, nella stessa edizione del reality, un altro concorrente, tale Luigi Favoloso, esponente di Casapound, ha offeso Selvaggia Lucarelli con una frase sessista (ha scritto “Selvaggia suca” su una maglia). La vicenda, tuttavia, è passata sotto silenzio, non è stato mandato in onda nulla che riguardasse l’episodio, il concorrente è stato semplicemente eliminato e la conduttrice, senza fare cenno ai fatti realmente accaduti, si è limitata a dire «Tu sai quello che hai fatto, non aggiungere una parola, devi lasciare la casa». Favoloso, però, sebbene abbia dovuto abbandonare il gioco, non è stato allontanato dal reality né dai salotti televisivi della D’Urso, anzi, ha continuato – indisturbato – a prendere parte a Pomeriggio 5 e Domenica Live. Strano modo di dimostrare solidarietà alle donne, non credete?

Lo stesso sta succedendo quest’anno con Cristian Imparato, concorrente decisamente sopra le righe. Il ragazzo, che ha dichiarato la propria omosessualità subito dopo essere entrato nella casa, ha mostrato sin dall’inizio un carattere non propriamente facile, tanto da ritrovarsi spesso al centro di scontri accesi. L’ultimo, quello con Daniele Dal Moro, tacciato di omofobia per essersi rivolto ad Imparato con l’appellativo di “checca”. Il che è un errore, certamente, ed è giusto richiamare un concorrente che si rivolge in maniera denigratoria nei confronti di un compagno di gioco. Ma altrettanto grave e pericoloso è parlare di omofobia a sproposito, cosa che la D’Urso ha prontamente fatto, sfoderando il suo solito sermone: «Io da anni mi batto per combattere l’omofobia e difendere i diritti civili di tutti». Ma cosa c’entra l’omofobia in questo caso? Dal Moro ha utilizzato un’espressione infelice, che denota indelicatezza e ignoranza, è giusto che sia stato richiamato, ma l’omofobia è un’altra cosa. Barbara, tuttavia, ne ha approfittato ancora una volta per elevarsi a paladina dei gay.

cristian imparato daniele dal moro

La verità è che si potrebbe evitare tutto questo escludendo questi personaggi borderline, ma sono esattamente quello che serve alla D’Urso perché la gente le creda.

Ed è proprio questo il problema, la gente le crede. Barbara D’Urso è un bluff, una grande e pericolosa bugia: non è semplicemente una conduttrice, ma l’artefice di una televisione malata, volgare, offensiva, completamente priva di gusto, di buonsenso, di educazione. Ha sdoganato qualsiasi forma di volgarità, la cronaca è diventata reality, il dolore si è mescolato allo show come se fosse normale. La tv di Barbara D’Urso è un circo di animali sciolti e imbizzarriti, alla disperata e ossessiva ricerca di un po’ d’attenzione.

Ma la gente le crede, solo questo conta. E finché qualcuno le crederà, lei non chiuderà baracca.

Share on FacebookShare on TwitterShare on Tumblr

Un pensiero riguardo “Tutto il male della tv italiana ha un nome: Barbara D’Urso

  1. Borderline è una malattia psichiatrica, non è il caso di definire con questo termine delle persone , esistono parole più appropriate. Per il resto, concordo con la tua visione della faccenda, ma è purtroppo un segno dei tempi. Share o no, la D’Urso è seguita, il che significa che esiste un pubblico per quel genere di trasmissioni, ed è una cosa tristissima.

Rispondi a Cristiano Annulla risposta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.