Giulia De Lellis: in Italia, anche se sei ignorante, diventi scrittore

Giulia De Lellis

Giulia De Lellis pubblicherà un libro.

Potrei fare ironia, criticarla, persino offenderla, ma – in fondo – lei non ha nessuna colpa. La De Lellis è soltanto una ventenne che ha raggiunto il successo nell’unico modo in cui la nostra società ci ha insegnato a fare: scegliendo la strada più semplice, senza studiare e senza avere piena consapevolezza del percorso da fare. Ha partecipato a Uomini e Donne, è diventata l’idolo di centinaia di migliaia di ragazzine, queste ragazzine sono diventate milioni, oggi ha più seguaci di una trasmissione in onda in prima serata su Raiuno.

Prendersela con lei è facile, ma serve a ben poco, il problema è a monte. Il problema è che, oggigiorno, non si diventa famosi per il proprio talento, ma ci si inventa un talento dopo essere diventati famosi. E questo è molto pericoloso, perché crea massificazione, esalta la superficialità, sdogana l’ignoranza, giustifica l’incompetenza e asseconda la negligenza. Giulia era una commessa, poi è diventata una corteggiatrice, poi la concorrente di un reality show, poi addirittura una fashion design e oggi una scrittrice.

Lei ha soltanto accettato delle proposte che le sono state fatte, in fondo, chi avrebbe rifiutato? Nessuno. Piuttosto bisogna chiedersi: perché le vengono fatte tante proposte? Perché a qualcuno interessa. Perché a qualcuno interessa? Il problema è a monte, ripeto, perché la gente sembra non avere più i mezzi per riconoscere l’arte e il talento, la competenza, la professionalità, la preparazione.

La De Lellis è “una di noi” che ce l’ha fatta, non importa come, non importa se abbia un talento o qualcosa da dire, non importa nemmeno in che settore si sia imposta. Che venda prodotti dimagranti o rossetti, che scriva libri o disegni costumi da bagno, che sia famosa per essere stata tradita dall’ex fidanzato o per una storia d’amore da copertina, poco importa. L’importante è che ce l’abbia fatta. È il riscatto degli ignoranti, dei negligenti, dei pressappochisti, di quelli che non hanno ambizioni, sogni da difendere, idee da proteggere. È il riscatto di quelli che si rivedono in una ragazzina che non sa fare nulla, ma ce l’ha fatta, solo questo conta.

Spesso e sbrigativamente, accusiamo i social di rappresentare un pericolo. Io, invece, credo che abbiano un grosso merito, ovvero quello di aver smascherato una società fatta di gente ignorante, che non ha spirito critico, buongusto né buonsenso. Una società che si lascia “influenzare” (utilizzo questo verbo non a caso) da una ragazzina di vent’anni che non sa coniugare i verbi, da una ricca figlia di papà che è diventata imprenditrice di se stessa, da soubrette in declino che vendono beveroni dimagranti.

È questo il problema: noi permettiamo a gente qualunque di diventare qualcosa che, in una società normale, non potrebbe mai essere. Giulia De Lellis, in una società sana, sarebbe una commessa di H&M, prestata di tanto in tanto a qualche sfilata di paese. Invece è una che guadagna milioni di euro. Invece è una donna influente. No, non è colpa dei social. Non è colpa della De Filippi. Non è nemmeno colpa della De Lellis.

È colpa di chi ha permesso tutto questo, ovvero voi, ancora una volta.

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