Marco Bianchi, un padre gay non è meno padre

Marco Bianchi

Lo chef Marco Bianchi ha rivelato di essere gay e ha raccontato di quando l’ha detto alla moglie e alla figlia di quattro anni.

In verità il suo racconto è stato molto più articolato e complesso, ha parlato delle difficoltà vissute in famiglia quando era appena un ragazzino, della fatica di reprimere la propria natura, del momento in cui ha confessato alla compagna quello che faticosamente aveva capito e accettato, dei momenti di difficoltà vissuti dopo il coming out, sebbene aiutato dalla ex moglie, che oggi è una sua amica.

Ovviamente il web si è soffermato sulla prima parte, quella più sensazionale: un uomo sposato in verità è gay e ha lasciato la donna che l’ha reso padre. I commenti? Questi: “Un egoista“, “Un comportamento da irresponsabile“, “Poteva pensarci prima di fare una figlia, le ha rovinato la vita“.

Mi sorge spontanea una domanda: perché avrebbe rovinato la vita a sua figlia? A rovinare la vita ai figli sono quelli che tradiscono le proprie mogli, che non le rispettano, che non le stimano, che non le amano, che non ne hanno alcuna considerazione. Ai bambini non importa se il proprio papà è gay o eterosessuale, perché i bambini hanno un’opportunità che con gli anni perdiamo, ovvero quella di poter apprendere senza preconcetti, di poter capire senza tener conto di alcun (pre)giudizio, di poter imparare senza rifarsi a qualcosa che esiste già e che vincola l’apprendimento.

Un cattivo padre è quello che sopprime la propria natura, non quello che sta bene con se stesso. Una persona che è consapevole di sé e, soprattutto, vive consapevolmente, è necessariamente risolta, dunque serena. A rovinare la vita ai figli sono i genitori che non parlano, che hanno una cattiva comunicazione, che non si capiscono, che non sanno crescere, modificare le proprie abitudini, riconoscersi nel cambiamento, non quelli che sanno fare fronte comune e restare uniti pur non essendo più una coppia.

Viviamo in una società talmente distratta e superficiale da preferire una coppia che resta insieme per il bene dei figli, anziché una che si separa per il bene dei figli. Viviamo in una società talmente retrograda e ipocrita da preferire un padre che tradisce la propria moglie di nascosto, anziché un padre che vive con il proprio compagno alla luce del sole. Perché uno che tradisce è “fatto così“, alla peggio è considerato un mascalzone, uno di poco conto. Ma un padre che si scopre gay è visto (ancora) con sospetto, con rabbia, come fosse uno che fa i capricci e non onora la fortuna che ha avuto (quella di diventare papà, s’intende, perché c’è ancora la malsana convinzione che un gay non debba desiderare dei figli e, se li ha, è un egoista privilegiato*).

Poteva pensarci prima“, dicono, senza conoscere la fatica, il dolore, la rabbia di non sentirsi al proprio posto quando si è esattamente al proprio posto. Chissà quante volte ci ha pensato, chissà quante volte ha finto di non pensarci, chissà quante volte ha anteposto la felicità degli altri alla propria. “Poteva pensarci prima” va bene per uno che ha tradito la moglie, non certamente per uno che ha lavorato duramente per arrivare a un coming out.

Stimo molto Marco Bianchi, perché ha scelto di vivere consapevolmente, da persona risolta e in pace con la propria natura. Dovrebbero farlo molti uomini, perché sono loro a fare del male ai propri figli. Perché i figli, soprattutto quando sono ancora bambini, avvertono la frustrazione, la rabbia, l’insoddisfazione del proprio genitore. E diventano esattamente quello che vedono.

 

*Una volta per tutte, vorrei spiegare che un omosessuale non è sterile. Un omosessuale, come del resto un eterosessuale, in quanto uomo, non può partorire, il che è ben diverso. Dal momento in cui si accoppia con un altro uomo, non può fecondare una donna, ma nemmeno questo gli vieta di essere padre. Dovete togliervi dalla testa l’idea che gay sia sinonimo di sterile, che un gay che desidera un figlio sia un egoista, che un gay non possa costruire una famiglia. E soprattutto vi pregherei di smettere di dire che la natura non consenta ad un omosessuale di avere figli. Perché, se è per questo, la natura non consente di avere bambini nemmeno alle coppie etero sterili, non consente di curare il cancro, non consente di fare nulla. Per fortuna, siamo andati oltre la natura da un bel po’ di secoli. Contronatura, invece, c’è soltanto la vostra ignoranza e superficialità.

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