Platinette, quando i gay fanno la guerra ai gay

Platinette

Platinette, il travestito che litiga in tv, per intenderci, si è scagliato (ancora una volta) contro i gay. Lo so, è un paradosso, potrebbe persino far sorridere, se non fosse che le sue affermazioni sono molto gravi.

Platinette è contrario alle unioni civiliNon mi convince il matrimonio come mutuo soccorso», cito le sue parole), contro l’utero in affittoTi presto il mio forno per cuocere le tigelle e poi le mangi tu»), contro i gay in tvNon si fa un film o un talent o un reality show senza un gay o una travestita che litiga», da qui il mio incipit), contro chi in tv parla di omofobia, come ad esempio Barbara D’UrsoMassima ammirazione, ma vorrei vederli applicati su altre tematiche, oltre alla difesa delle donne e dei gay»). E poi ancora contro le adozioni gay, contro le associazioni LGBT e, soprattutto, contro il Pride.

Ed è proprio qui che voglio arrivare. Platinette ha detto che «il Gay Pride gode di stampa migliore rispetto al Family Day», come se le due manifestazioni fossero equiparabili. A me, onestamente, per provare sconcerto e disgusto, erano sufficienti le prime affermazioni (perché in fondo stiamo parlando di un gay che, per avere i riflettori puntati addosso, si traveste da decenni e si offre a teatrini volgari e di bassa lega), ma Platinette ha voluto esagerare.

Allora è il caso di chiarire per l’ennesima volta una cosa fondamentale: il Pride nasce con il lodevole scopo di promuovere l’uguaglianza, i diritti di tutti e la lotta alle discriminazioni; il Family Day, invece, discrimina e nasce con il preciso intendo di togliere i diritti ad una grossa fetta della popolazione. In un Paese civile, nessuno dovrebbe scendere in piazza per chiedere che qualcun altro abbia meno diritti. Accostare le due manifestazioni è insensato e pericolosamente ignorante.

Non so da dove venga questo astio di Platinette nei confronti dei gay e dei passi fatti in direzione di una società sana, inclusiva e intelligente, ma credo dipenda dal fatto che Mauro Coruzzi, vero nome di Platinette, è nato nel ’55, in una società ancora fortemente retrograda, e per farsi accettare si è dovuto trasformare in una macchietta.

Oggi, invece, per fortuna, si stanno facendo dei passi piccoli ma decisivi verso una società in cui ognuno è libero di esprimere se stesso senza nascondersi dietro a una maschera. Credo che la sua rabbia dipenda da questo.

Ancora una volta, il peggiore problema dei gay sono i gay. O quelli che pensano che essere gay non sia normale.

Share on FacebookShare on TwitterShare on Tumblr

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.