Vanessa Incontrada, l’ipocrisia di chi ti insulta con un «Sei bellissima»

Vanessa Incontrada su un settimanale

Guardate bene questa foto. Leggete bene quello che c’è scritto. Vanessa Incontrada: “ragazzona” / “esuberante fisicità”.

Vanessa Incontrada è stata paparazzata dal settimanale Gente mentre era al mare. Le sue foto in bikini hanno fatto il giro del web (e di altre testate cartacee). L’imperante ipocrisia del periodo che viviamo prevede che una donna non debba essere attaccata per il suo aspetto fisico (si parla tanto di body shaming) ma possa essere trattata da “persona speciale“, come se avesse un handicap.

Da qui, dunque, “ragazzona” (che sta per “ragazza grassa“, ma non è politicamente corretto dirlo), “esuberante fisicità” (che sta per “fisico da grassa“, ma non è politicamente corretto dire nemmeno questo), ma anche “bellezza vera“, “la grande bellezza“, “bellezza esagerata” (che significano “è bella, sì, ma è grassa“, ma non si può dire).

No, non funziona così. Anzi, non dovrebbe funzionare così. Non si può semplicemente pubblicare la foto della Incontrada al mare senza sottolineare che sia in carne né che sia bellissima? Perché sappiamo tutti che quel “bellezza“, quel complimento a tutti i costi è solo un modo per non passare da bulli. È un modo di giudicare, offendere, denigrare, pensando goffamente che nessuno se ne accorga.

Ammesso e non concesso che, nel 2019, ancora qualcuno compri Gente, Chi o Oggi per vedere una attrice che fa il bagno al mare, non si può evitare questo finto buonismo, che nasconde solo ipocrisia, cattiveria e (pre)giudizio? Perché sottolineare che è una “ragazzona”, che la sua fisicità è “esuberante”, che la sua bellezza è “esagerata”?

Sto per fare un esempio forte: avete presente quando, di fronte ad un bambino down, dicono che è speciale, che è esattamente uguale agli altri bambini e implicitamente stanno affermando che è anormale? Ecco, è la stessa cosa. Dicono che la Incontrada sia bellissima soltanto perché non è una taglia 40, soltanto perché è diversa dalle starlette che siamo abituati a vedere sui giornali, soltanto perché l’ipocrisia di oggi ci obbliga a non ferire le donne, ma a umiliarle con un “bellissima”.

Tutto ciò mi fa schifo.

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