Ilaria Cucchi, Salvini semina odio e gli ignoranti lo raccolgono

Ilaria Cucchi

Sono stati condannati, per omicidio preterintenzionale ai danni di Stefano Cucchi,  i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro. Assolto, invece, Francesco Tedesco. È questa la sentenza emessa dai giudici della Corte d’Assise di Roma, nell’aula bunker del carcere di Rebibbia, al termine del processo Cucchi bis sulla morte del 31enne romano, arrestato il 15 ottobre del 2009 per droga e deceduto sette giorni dopo all’ospedale Sandro Pertini.

Alla luce di tutta questa vicenda, sapete qual è la cosa che più mi rattrista? Che Ilaria Cucchi abbia dovuto subire e continui a subire la follia del web. No, quelle non sono opinioni. Non chiamiamola più nemmeno cattiveria. Dobbiamo darle il nome che meglio le si addice: follia. Dunque, la Cucchi ha perso un fratello, ha lottato con tutta se stessa perché la verità sulla sua morte venisse a galla, ha speso dieci anni della propria vita per questa battaglia e la gente, anziché esserle grata per l’esempio di perseveranza e coraggio, le ha detto “Questa lucra sulla morte del fratello“, “Quando era in vita non gliene fregava niente, oggi si batte per lui“, “Ci sono problemi ben più gravi della morte di un drogato“.

Non si tratta di un manciata di commenti, ma di migliaia e migliaia di persone che ancora oggi, di fronte alla verità, la offendono, la mortificano e sminuiscono la sua lotta e il suo dolore. Cos’è questa, se non follia? La faccenda è chiara: un ragazzo ha commesso un reato, per tale motivo è finito in questura, in questura è stato picchiato a morte da due persone. Punto. Non esistono opinioni, non esiste il “non sono d’accordo“, perché non c’è nulla con cui concordare o dissentire.

Il problema di tutta questa vicenda è che è stata politicizzata, l’omicidio di Cucchi è diventato una morte di sinistra. Questo è un fatto molto grave, pericoloso e di cattivo gusto. Ilaria Cucchi non si è mai battuta contro l’arma, ma contro i carabinieri che l’hanno ucciso. Invece, una certa classe politica ha trasformato questa storia in una lotta tra fazioni, noi contro di voi, sostenitori dell’arma contro detrattori dell’arma. Ma è tutta un’invenzione per abbindolare il popolino ignorante, per sputargli del fumo negli occhi. Ilaria Cucchi è diventata un’arma politica, un accessorio per ridefinire i confini dell’odio.

Ma com’è possibile che la gente non se ne renda conto? Com’è possibile che, di fronte alla condanna dei carabinieri, Salvini abbia detto «Non chiedo scusa. Se qualcuno ha sbagliato, pagherà. Io lotto contro la droga» e nessuno si sia indignato? Com’è possibile che un politico, di fronte a una condanna certa, usi ancora il condizionale? Com’è possibile che Ilaria Cucchi, che tutti dovremmo prendere ad esempio, sia diventata una che prostituisce la morte del fratello per soldi, una nemica da abbattere, una che odia? Com’è possibile che siate così profondamente e pericolosamente ignoranti?

Bisogna chiedere scusa a questa donna, che – ogni santo giorno – è costretta a subire la follia di tanta gente che raccoglie l’odio che Matteo Salvini semina. Bisogna chiederle perdono e ringraziarla per non essersi mai arresa, perché la sua vittoria è la vittoria di ognuno di noi.

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