“Esistiamo per non perderci” è nato da un attacco d’ansia

Basilio Petruzza, autore di Esistiamo per non perderci
Basilio Petruzza, autore di Esistiamo per non perderci. Foto di Cosimo Trianni

Era un giorno di settembre di pochi anni fa. Avevo appena pranzato, stavo lavando i piatti. A un certo punto ho iniziato a sudare, il cuore ha cominciato a battermi forte, mi tremavano le mani. Non so perché sia successo, ma ho faticato a trattenere le lacrime. La mia migliore amica, seduta alle mie spalle, mi ha chiesto perché avessi smesso di parlare. Mi sono voltato, ho lasciato andare la presa, ho pianto ad alta voce. Non sapevo cosa fosse, non l’ho saputo per tanto tempo. Ma, soprattutto, non immaginavo che l’ansia potesse diventare un malessere fisico. A dire il vero credevo addirittura che si potesse interrompere come si fa con i cattivi pensieri.

Invece l’ansia va dove vuole, si prende il corpo, il petto, il respiro, l’aria. E ti spiega, con una crudeltà insopportabile, che non puoi nulla contro di lei. E così, in quei giorni sospesi, ho iniziato a scrivere Esistiamo per non perderci, che non è la mia storia, ma una storia che mi ha permesso di scavare fino alla radice del mio malessere. In fondo a me, ho trovato la mia rabbia, l’insofferenza, la paura. E il mio giudizio severo. Ho trovato ogni mio dito puntato contro me stesso. Ho trovato il cibo mangiato con impulso per ingrassare e rendermi visibile agli occhi di chi volevo si accorgesse di me. Ho trovato la paura di essere me stesso e la tentazione di mimetizzarmi nella normalità degli altri. Ho trovato una rabbia malata, fatta di cose non dette, di parole rimandate, di delusioni sopportate.

Ho trovato la verità. Quindi ho scritto, ho amato visceralmente quelle pagine e con la stessa forza le ho odiate, perché riportare a galla la verità è come sforzare i muscoli, il dolore arriva l’indomani e sembra asfissiante e ingestibile. Esistiamo per non perderci è rimasto nel cassetto per un tempo preciso, quello che mi è servito per fare pace con tutte le mie verità. Oggi ho deciso di autoprodurlo perché non avrei accettato una sola virgola spostata di un centimetro, non avrei accettato un compromesso, non avrei accettato di sentir parlare del mio libro come un prodotto di un mercato al collasso.

Lo so, è una scelta azzardata, qualcuno penserà arrogante, ma questo romanzo è un figlio che ha già sofferto per venire al mondo, non meritava di essere pure un ripiego di qualcuno. Quando l’ho pubblicato, è stato come lasciare andare una parte di me, sapendo, però, che può tornare quando vuole senza correre il rischio di non essere capita.

Si può fare pace con la verità, adesso lo so, ma solo quando non le si fa più la guerra.

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La copertina di Esistiamo per non perderci, il nuovo romanzo di Basilio Petruzza
La copertina di Esistiamo per non perderci, il nuovo romanzo di Basilio Petruzza
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